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martedì 6 gennaio 2015
Angels in America
Angels in America non è un film, né una mini-serie, è un'OPERA. E non intendo opera nel senso di opera teatrale, anche se è proprio un adattamento di un lavoro teatrale, ma nel senso di CAPOLAVORO, di quelli veri che ti fanno emozionare da quanto sono belli.
Grazie a progetti come questi, HBO si è guadagnata la fama di emittente televisiva di qualità. A rendere grandioso Angels in America, oltre che la trama ideata da Tony Kushner, sono la stupenda regia firmata Mike Nichols (regista de "Il laureato") e lo straordinario cast di attori formato da Al Pacino, Meryl Streep, Emma Thompson, Justin Kirk e Mary-Louise Parker (questi ultimi due resi noti dall'epica serie "Weeds").
Girato nel 2003, è ambientato nella metà degli anni 80 a New York, e tratta principalmente di fanatismo politico e ideologico, della condizione degli omosessuali sotto la presidenza di Reagan e il diffondersi dell'AIDS, di conflitti interiori causati dalla morale e da una rigida educazione religiosa, ma anche di tradimento, abbandono e menzogne.
L'opera ha una durata di sei ore ed è divisa in due parti (a loro volta divisi in tre capitoli). La prima parte è intitolata Si avvicina il millennio ed è incentrata sulla diagnosi, sia fisica che emotiva. La seconda parte si chiama Perestroika, e si focalizza sulla guarigione.
"Cosa dicono le sacre scritture di una persona che abbandona la persona che ama nel momento del bisogno?" chiede Louis al rabbino. "Chi mai lo farebbe e perché?" domanda con stupore il rabbino. "Non può evitarlo" risponde Louis, "Forse questa persona non riesce ad accettare la malattia, per lui non rientra nell'ordine naturale degli eventi. Oppure vomito, ulcere e sangue lo terrorizzano. Forse ha paura della morte." E per il suo compagno Prior, che ha contratto l'AIDS, la morte si sta avvicinando. Louis proprio non ce la fa ad assisterlo, a stargli vicino e a prendersi cura di lui. Lo ama, ma la malattia e la morte lo ripugnano e lo spaventano, vincono sull'amore, perciò lo abbandona.
I mormoni non accettano omosessuali nella loro Chiesa, e Joe, fedele praticante e repubblicano convinto, prega Dio ogni giorno per riuscire a trovare il desiderio di fare sesso con sua moglie Harper, che depressa si imbottisce di valium e si rifugia nelle sue allucinazioni.
Roy Cohn (personaggio realmente esistito) è un potente avvocato; con una chiamata può elevarti o distruggerti. A distruggere lui, invece, è la sindrome di immunodeficienza acquisita che spaccia per cancro al fegato, arrivando addirittura a negare la sua omosessualità definendosi un eterosessuale che si fotte i ragazzi.
Prior crede di essere pazzo. Il virus lo sta uccidendo velocemente, ma a preoccuparlo maggiormente sono le visioni e le apparizioni dei suoi antenati fantasma e quella di un'angelo che affermano che egli sia un profeta.
Una delle migliori citazioni è di Belize, l'infermiere amico di Prior ed ex drag queen, viene pronunciata a Bethesda Terrace, con la statua dell'Angelo delle acque a fargli da sfondo, e dice: Io odio l'America, Louis. Odio questo Paese. E' solo un ammasso di grandi idee, e di storie, e di persone che muoiono, e poi di gente come te. Il bianco che ha scritto l'inno nazionale ha messo la parola libero su una nota così alta perché nessuno ci arrivasse. Lo ha fatto di proposito. Non c'è niente qui che somigli anche vagamente alla libertà. Vieni con me in ospedale, nella stanza 1013, e ti mostrerò l'America. Un malato terminale pazzo. Io vivo in America, Louis. Non devo amarla. Tu lo fai. Dobbiamo tutti amare qualcosa.
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