Pagine

lunedì 19 gennaio 2015

Una casa alla fine del mondo


Anni '70, Cleveland. Bobby (Colin Farrell), rimasto senza famiglia, e Jonathan (Dallas Roberts) sono due giovani liceali che crescono insieme passando le giornate ad ascoltare dischi, a fumare uno spinello dopo l'altro, e trastullandosi a vicenda. Questa profonda e intensa amicizia, interrotta negli anni del college, continua a New York negli anni '80, dove spunta Clare (Robin Wright Penn), la stravagante coinquilina di Jonathan. Il ménage a trois non tarda ad arrivare, mettendo a dura prova amicizie, amori e legami familiari.




Rispetto all'omonimo romanzo dal quale è tratto, la trasposizione cinematografica perde qualcosa: i personaggi principali non sono ben definiti, altri (come la mamma di Jon) assumono un ruolo secondario e poco rilevante. Il modo in cui viene raccontata la trama risulta meno profonda e più leggera di quanto faccia Cunningham nel libro. Nonostante ciò, il lavoro del regista Michael Mayer non è da buttare, la pellicola scorre veloce e si fa guardare. L'interpretazione migliore è forse quella di Dallas Roberts nei panni di Jonathan.


Personalmente ritengo che i minuti più belli del film siano i primi dieci, quelli, cioè, ambientati nel '67, dove si vede un Bobby di 9 anni iniziato alla droga e al sesso dal fratello maggiore, il personaggio migliore di questa storia che purtroppo sparisce dalle scene troppo presto.


Nessun commento:

Posta un commento