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giovedì 22 gennaio 2015

A single man


Che senso ha continuare a vivere quando la persona che abbiamo amato per anni non c'è più? Questo interrogativo è il perno centrale della trama di A single man, che racconta l'ultimo giorno di vita di George Falconer (Colin Firth), un docente universitario inglese di 52 anni, che dopo 8 mesi dalla morte del suo compagno Jim (Matthew Goode), con il quale conviveva da 16 anni, non sopporta più il dolore di vivere senza di lui e medita il suicidio.


Siamo a Los Angeles, nel 1962, ed è appena scoppiata la crisi dei missili di Cuba. George si alza quella mattina con un obiettivo ben preciso: quel giorno stesso si toglierà la vita. Ha già preparato tutto, ha scritto le lettere d'addio, ha preparato il vestito con il quale vuole essere seppellito (specificando che la cravatta deve essere annodata con un nodo Windor), ha lasciato la busta con la paga della domestica sul tavolo. La pistola ce l'ha, i proiettili, appena comprati, pure. Prima di tutto questo, però, si è recato all'università per tenere la sua ultima lezione, la migliore che abbia mai tenuto secondo il suo studente Kenny (Nicholas Hoult), che fa intendere al suo professore che fra loro c'è una profonda affinità. A flirtare con lui sarà anche Carlos (Jon Kortajarena), un prostituto spagnolo con il fascino alla James Dean (meglio di James Dean, come dichiara lo stesso George) che incontra casualmente all'uscita di un drugstore. George lo paga pur non accettando le sue prestazioni. A cena si confronta con la sua amica Charlotte (Julianne Moore), che come lui teme il futuro e si crogiola nei bei momenti del passato. Lei riporta alla mente il periodo in cui erano giovani e avevano una relazione. Propone a George di ritornare insieme, ma lui la respinge. Prima di tornare a casa e puntarsi una pistola contro, George si ferma nel bar in cui conobbe Jim. Qui incontra Kenny, che si trova lì non per caso, e insieme vanno a nuotare nudi nell'oceano. George ha un malore, non il primo della giornata, e Kenny lo soccorre e lo riporta a casa, dove conversano, si ubriacano e poi si addormentano. Quando George si sveglia scopre che Kenny ha trovato la pistola e l'ha nascosta. Pur trovandola, George decide di non suicidarsi e brucia le lettere d'addio. Va a sedersi sul letto e lì, scherzo del destino, viene colto da un infarto. Agonizzante sul pavimento, un attimo prima di morire vede la figura del suo amato Jim chinarsi su di lui e baciarlo.




Questo magnifico e toccante film è tratto dal romanzo Un uomo solo di Christopher Isherwood, che nel 1964, dopo aver scioccato i lettori raccontando la storia di un professore gay inglese, divenne uno dei primi e migliori romanzi del movimento moderno di liberazione gay.
A portare questa storia sullo schermo è stato lo stilista texano Tom Ford, al suo primo esordio alla regia. Prima che uscisse nelle sale, nel 2009, le aspettative su questo film erano bassissime, e invece Ford ha stupito tutti, critica e pubblico, confezionando un lavoro minuzioso, curato e incredibilmente elegante. Il merito della riuscita del film va soprattutto agli attori, Colin Firth su tutti, che con la sua interpretazione ha vinto la Coppa Volpi alla 66ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, il premio BAFTA come miglior attore protagonista, ed ha ottenuto una nomination sia agli Oscar che ai Golden Globe.

Citazione dal film: Nella vita ho avuto momenti di assoluta chiarezza, quando per pochi, brevi secondi, il silenzio soffoca il rumore e provo un'emozione invece di pensare. E le cose sembrano così nitide e il mondo sembra così nuovo. E' come se tutto fosse appena iniziato. Non riesco a far durare questi momenti, io mi ci aggrappo, ma come tutto svaniscono. Ho vissuto una vita per quei momenti, mi riportano al presente e mi rendo conto che tutto è esattamente come deve essere... E all'improvviso, lei è arrivata. (George)


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