Il
transgenderismo è un movimento culturale nato negli Stati Uniti intorno agli anni 80/90 che legittima tutte le forme di espressione della sessualità, svincolata dalla distinzione biologica maschio/femmina. Questa è la definizione che si trova nel dizionario, molti, però, ancora non hanno capito chi è un/una
trangender e utilizzano questo termine in modo errato. Per farla semplice, i transgender sono coloro che hanno un
disturbo dell'identità di genere (
DIG), ossia si identificano nel sesso opposto a quello biologico, indipendentemente dall'orientamento sessuale. Nello specifico fanno parte della categoria transgender: i
transessuali operati e non completamente operati; i
crossdresser (persone che indossano alternativamente vestiti associati al genere opposto a quello biologico, sia in privato che in pubblico); e i
genderqueer (appartenenti al terzo sesso, cioè si identificano sia in un uomo che in una donna).
Chiarito il concetto di transgender, c'è un'altra amletica domanda che tormenta i più: che declinazione si deve usare quando ci si rivolge ad un/una transgender, al maschile o al femminile? Chi ha un po' di rispetto per queste persone sa già che deve rivolgersi a loro nel genere in cui si sentono far parte, perciò alle
MtF (acronimo che indica una persona che effettua una transizione con il suo corpo da maschio a femmina) ci si rivolge usando termini declinati al femminile, mentre agli
FtM (acronimo che indica una persona che effettua una transizione con il suo corpo da femmina a maschio) ci si rivolge usando termini declinati al maschile.
Sebbene il movimento culturale sia nato recentemente, il disturbo dell'identità di genere è sempre esistito. Nel XIX secolo la persona che presentava questo tipo di
disforia veniva sottoposta a cure psichiatriche e ormonali nel tentativo di eliminare il disturbo. Questi trattamenti non solo erano inefficaci, ma umiliavano i pazienti a tal punto da costringerli al suicidio. Solo dopo il 1960 si è capito che l'unico modo per "curare" queste persone non è costringerle a vivere in un corpo nel quale non si trovano a proprio agio, bensì aiutarle a transitare nel sesso in cui si sentono di appartenere attraverso terapie endocrinologhe e/o chirurgiche.
In Italia, dove a soffrire di DIG sono in
50 mila, la procedura standard per il cambio di sesso dura anni e prevede innanzitutto una diagnosi psichiatrica di
disforia di genere. Solo in seguito ci si può rivolgere all'endocrinologo per la terapia ormonale e sottoporsi a trattamenti estetici-chirurgici. Finito il trattamento ormonale, secondo la
legge 164 del 1982, si può chiedere al Tribunale l'autorizzazione agli interventi chirurgici di conversione sessuale, quindi chiedere il
cambio di stato anagrafico.
Per i transgender cambiare i propri dati anagrafici è di vitale importanza. Senza non potrebbero sposarsi e adottare, ma anche lavorare e fare cose semplici come ritirare una raccomandata alla posta o viaggiare su un aereo risulta problematico. E' per questo motivo che la maggior parte dei transessuali, seppur non intenzionati a cambiare gli organi genitali di nascita, si sentono costretti dallo stato italiano a sottoporsi alla conversione sessuale. O almeno era così fino al mese scorso, quando
il Tribunale di Messina ha concesso ad uno studente con disforia di genere di cambiare sesso sui documenti senza intervento chirurgico. Questo episodio fa ben sperare tutta la comunità trans, che da anni rivendica il diritto di cambio sesso senza l'obbligo di "demolizione chirurgica".
Ma chi è stato il primo transgender della storia?
Secondo gli storici il primo transgender di cui si ha testimonianza è il liberto
Sporo. Nell 66 d.c. l'imperatore romano Nerone provocò la morte della moglie incinta Poppea, dandole un calcio all'addome. Distrutto dal rimorso ordinò di trovare qualcuno il cui volto assomigliasse a quello della bellissima Poppea. Quel qualcuno era Sporo, che venne castrato e trasformato in donna. Nerone fece di Sporo sua moglie, dandole perfino il titolo di Augusta.
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Lili Elbe |
Ma la prima ad essersi sottoposta ad un intervento chirurgico di riassegnazione sessuale fu la danese
Lili Elbe, nata maschio sotto il nome di Mogens Einar Wegener. Dopo anni di crossdressing, nel 1930 Lili si recò in Germania per sottoporsi all'intervento chirurgico per la conversione sessuale, all'epoca ancora sperimentale. Il sessuologo berlinese
Magnus Hirschfeld la sottopose a cinque operazioni in meno di due anni, nel quale le rimosse i testicoli e il pene, e le trapiantò ovaie e utero. Lili morì nel settembre del 1931 a causa di complicazioni dovute al rigetto dell'utero impiantato.
La prima operazione chirurgica di cambio di sesso terminata con successo è quella che ha permesso all'americano George William Jorgensen Jr di diventare
Christine Jorgensen. Il suo fu un vero caso mediatico che scandalizzò il mondo intero, in particolare la puritana America degli anni '50. Christine, nome scelto in onore del chirurgo danese
Christian Hamburger che eseguì l'operazione, negli anni settanta/ottanta girò i campus universitari per raccontare la sua esperienza e sensibilizzare l'emarginazione dei transessuali. Ancora oggi, a più di 25 anni dalla sua morte, è considerata la più grande icona transgender.
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Christine Jorgensen |
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Roberta Cowell |
In realtà non fu la Jorgensen, ma un'altra transessuale a sottoporsi per prima ad una
vaginoplastica (precisamente un anno prima, il 15 maggio
1951), ossia l'aviatrice britannica
Roberta Cowell, nata Robert Cowell. La prima operazione di
falloplastica, invece, fu sottoposta a
Laurence Michael Dillon nel
1946. Ci vollero ben 13 operazioni in tre anni per far sì che Laura Dillon diventasse a tutti gli effetti Michael Dillon,
il primo FtM.
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Michael Dillon |
Altre icone transgender
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Coccinelle |
Un'altra trangender del dopoguerra degna di nota è la bellissima
Jacqueline-Charlotte Dufresnoy, conosciuta meglio con il nome d'arte
Coccinelle. L'attrice e ballerina francese si operò a Casablanca nel '58, e nel '62 ottenne il cambiamento anagrafico che le consentì di regolarizzare il suo matrimonio con un giornalista. Il suo caso fece così scalpore che fino al 1978 nessun transessuale poté cambiare stato civile in Francia.
Non si può parlare di scandali senza citare l'ex modella inglese
Caroline Cossey. Caroline, detta
Tula, iniziò la terapia ormonale a 17 anni e subito dopo cominciò a lavorare come spogliarellista, esibendosi nei nightclub di Londra, Parigi e Roma, per risparmiare sull'operazione di cambio sesso, avvenuta nel 1974. Finalmente donna, intraprese la professione di modella, mantenendo però ben segreto il suo passato. Il 1981 fu un anno importante per la sua carriera: posò per la copertina di Playboy (la prima transgender a farlo) e fu chiamata per recitare nel dodicesimo film della saga James Bond "
Solo per i tuoi occhi". Poco dopo il
News of the World trascinò la Cossey in uno scandalo, scrivendo in prima pagina "
James Bond Girl Was a Boy". Tula ne uscì così distrutta e umiliata che pensò di suicidarsi, ma poi decise di andare avanti e continuare con il suo lavoro di modella. Ha scritto due biografie:
Sono una donna (1982) e
La mia storia (1991).
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Caroline Cossey "Tula" |
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Laverne Cox |
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Andreja Pejic |
Le MtF più seguite e famose del momento sono sicuramente l'americana
Laverne Cox, una delle protagoniste della meravigliosa serie
Orange Is The New Black, e la modella bosniaca/australiana
Andreja Pejić, che prima di sottoporsi all'intervento di riassegnazione sessuale, avvenuto nel 2014, era conosciuta come la crossdresser più ricercata dalle case e riviste di moda.
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Thomas Beatie |
Chi ha fatto parlare tanto di sé è
Thomas Beatie. Conosciuto come "il mammo" o "l'uomo incinto", Beatie è un FtM che non si è mai fatto asportare l'apparato riproduttivo, cosicché ha potuto "affittare" il suo utero alla moglie Nancy, che di figli non ne poteva più avere. Thomas e Nancy hanno tre figli.
Transgender nostrane
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Eva Robbin's |
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Vladimir Luxuria |
Anche il Bel Paese ha le sue icone transgender, fra queste troviamo
Eva Robbin's (che non ha mai completato la transizione al sesso femminile chirurgicamente),
Maurizia Paradiso e
Vladimir Luxuria. Quest'ultima, attivista, scrittrice ed ex politica, è stata la prima persona transgender ad essere eletta al parlamento di uno Stato europeo.
Da ricordare
In ricordo di
Rita Hester, il 20 novembre viene celebrato il
Transgender Day of Remembrance, evento per commemorare le vittime dell'odio e del pregiudizio anti-transgender (
transfobia).