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sabato 27 dicembre 2014
Queer as Folk (US)
Stanno diventando sempre di più le serie TV incentrate sull'omosessualità, o nel quale c'è almeno un personaggio gay, ma la prima che mi viene in mente quando penso al mondo queer è proprio Queer as Folk (versione americana). Se non ne avete mai sentito parlare VERGOGNATEVI, abbandonate quello che state facendo e iniziate a vederla. Se l'avete vista e non vi ha entusiasmato più di tanto... be', mi dispiace, credo voi siate delle brutte persone.
Scherzavo. Non siete delle brutte persone. Commento da fan "insultate una delle mie serie preferite e sarà l'ultima cosa che farete" a parte, qualche difettuccio in QaF c'è: molte scene sono al limite del trash; alcuni personaggi, Emmett in particolare, sono troppo stereotipati; c'è troppa ghettizzazione, sembra che gli etero non esistano, e quando ne compare uno o è la madre di un personaggio o un omofobo a cui piace picchiare, insultare e far saltare in aria con qualche bomba tutta la comunità gay; infine, le ultime due stagioni non sono spumeggianti come le prime tre, si vede che produzione e cast non avevano proprio voglia di girarle.
Ammazza, ahò, c'ha solo difetti questa serie? Assolutamente no, QaF ha una lista infinita di pregi. A me, ad esempio, piace perché a volte sa essere proprio trash! I mille stereotipi in realtà servono per dare un tocco comico e per sdrammatizzare un po', guai se non ci fossero. Ma la cosa che preferisco in assoluto sono quelle battutine, maliziose, sagaci, politically scorrect, che piovono durante tutti i 45 minuti di ogni puntata.
E poi ci sono loro, i personaggi. Potremmo dire che sono otto quelli principali, tutti diversi e con un loro carattere. C'è Brian, il ricco, stronzo e narcisista a cui nessuno sembra resistere. Michael, il ragazzo della porta accanto, spesso lagnoso, mammone, fissato con i supereroi e i fumetti. Justin, l'angelico ragazzo con grandi doti artistiche e un coraggio da vendere. Emmett, decisamente il più vistoso, una vera regina, sogna il principe azzurro e mentre lo cerca si scopa ogni uomo gay della città. Ted, il bruttino e sfigato che ci prova con tutti, ma finisce sempre in bianco. Lindsay e Melanie, la coppia di lesbiche con il loro bisogno di famiglia. E Debbie, la mamma di Michael, esuberante, energica, fiera di suo figlio e dei suoi amici, ma soprattutto sboccata e senza peli sulla lingua.
Ma alla fine di che parla Queer as Folk, ancora non l'ho detto. La serie è ambientata a Pittsburgh (città che fino al 2000, anno della messa in onda, era conosciuta solo per aver dato i natali al papà della pop art Andy Warhol) e racconta le vicende di cinque amici gay e una coppia di lesbiche. Tra una storia amorosa e l'altra, e innumerabili scopate nella dark room del Babylon (la discoteca nel quale i nostri eroi passano la maggior parte del loro tempo), Queer as Folk affronta diversi argomenti, quali l'omofobia, il matrimonio tra gli individui dello stesso sesso, l'inseminazione artificiale, l'adozione di figli da parte di una coppia gay, la tossicodipendenza, la sieropositività e l'Aids. Tutti temi seri, ma raccontati sempre con un pizzico di ironia e cinismo.
Nel 2005 la serie, prodotta da Showtime e girata in Canada, si conclude con un totale di cinque stagioni per 83 episodi.
Sorprendentemente questa serie vede nel suo fandom una maggioranza di pubblico femminile rispetto a quello maschile (omosessuale); anche per quanto riguarda i personaggi più amati i fan si dividono per genere: le donne sembrano preferire la coppia Brian e Justin; gli uomini, invece, tendono a simpatizzare e a identificarsi di più con Michael e Ted.
Io, bastian contraria, adoro Emmett e Debbie. Tiè!
Insomma, forse QaF non è la serie più bella che ci sia, non è perfetta, ma si fa amare. Tanto. E sarei pronta a rivedermela tutta anche adesso!
Best quotes:
Dovete sapere che "tutto ruota attorno al sesso"; sembra che gli uomini pensino al sesso ogni 28 secondi. Gli etero, ovvio. I gay ci pensano ogni 9 secondi. Puoi essere al supermercato, in lavanderia o a comprare una maglietta, quando ti trovi a guardare un ragazzo ancora più intrigante di quello col quale sei tornato a casa la notte prima. Ecco perché siamo tutti al Babylon, all'una di notte, invece che a letto: ma chi è che vuole stare a casa, a letto, specialmente se da solo, sapendo che qui, in ogni momento, potresti incontrare lui, l'uomo più bello che sia mai esistito. Che sia esistito per lo meno fino a domani sera ... [...] Come dicevo, tutto ruota attorno al sesso, e quando accade pensi: Resterà? Andrà via? Come lo faccio? ... A meno che tu non sia Brian Kinney. Se è così, dici: "Che mi frega di quello che pensi; sei fortunato ad avermi". (Michael)
Vieni o te ne vai? O vieni e poi te ne vai? O vieni e rimani? (Brian)
Ho visto dio. Si chiama Brian Kinney. (Justin)
Io non credo a queste idiozie dell'amore, io credo nelle scopate: sono oneste ed efficienti, ne entri e ne esci con il massimo del piacere e il minimo di stronzate. L'amore è una cosa per gli etero. Se la raccontano per finire a letto e poi finiscono col farsi del male a vicenda perché erano tutte bugie fin dall'inizio. (Brian)
Sapete? Probabilmente io sono una troia. Però, se non altro, una troia onesta. (Emmett)
Sarò felice quando il Pride sarà finito e potremo tornare tutti a vergognarci. (Brian)
Ecco cosa mi hanno insegnato i fumetti: che a dispetto di ogni cosa noi sopravviveremo e vinceremo. (Michael)
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