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mercoledì 11 febbraio 2015

The Imitation Game


Dopo 50 anni di segreto di Stato, il regista norvegese Morten Tyldum porta alla luce, con il film The Imitation Game, l'eroica e triste storia di Alan Turing, matematico e crittografo britannico che durante la seconda guerra mondiale potenziò la macchina calcolatrice Bomba per decifrare i messaggi segreti tedeschi codificati con la macchina Enigma.


"Può una macchina pensare come un essere umano?" è la domanda che l'investigatore pone a Turing (Benedict Cumberbatch), indagato per atti osceni. Secondo Turing la domanda è stupida, le macchine non possono pensare come le persone perché i cervelli lavorano diversamente, un essere umano pensa diversamente da un altro essere umano. Ed è questa diversità a distinguerci dalle macchine, che possono imitarci, ma non possono mai essere come noi. Nessuno e nessuna cosa può essere come noi. E nessuno è come Turing, un genio capace di creare algoritmi e codificare codici criptati, ma decisamente in difficoltà quando si tratta di comprendere i comportamenti e le emozioni umane, e perfino di capire il sarcasmo o uno scherzo. Questa sua specie di autismo l'ha penalizzato e ostracizzato durante tutto il periodo della sua vita; era incompreso ai tempi del collegio, quando i bulli lo tormentavano, è incompreso al centro di crittoanalisi di Bletchley Park, per le sue idee visionarie e la sua inadeguatezza a lavorare con gli altri crittografi, ed è disprezzato dalla buoncostume perché omosessuale.
Una vita da outsider non affatto semplice e a lieto fine quella di Turing, che non solo non ebbe i giusti riconoscimenti per aver contribuito a mettere fine alla guerra, ma nel 1952 venne arrestato per indecenza e condannato alla castrazione chimica, condanna che due anni più tardi lo costringerà al suicidio.


The Imitation Game è perciò un omaggio alla diversità. E nonostante tutte le sue romanzature (come la scelta di chiamare la macchina di Turing Christopher in onore del suo primo amore, particolare privo di fondamento storico), il film rimane un'ottima opera che ha centrato l'obiettivo di portare alla ribalta il nome di un uomo poco noto al grande pubblico, ma infinitamente importante per la Storia.

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