Quando Forster iniziò a scrivere Maurice, nel 1913, sapeva già che non l'avrebbe mai pubblicato. Il contenuto, un amore omosessuale, era troppo scandaloso per la puritana Inghilterra post epoca vittoriana. Ma dopo l'episodio accadutogli durante una delle visite in casa dell'amico Edward Carpenter (l'amante di Carpenter, George Merrill, gli toccò il sedere), non riuscì a trattenersi dal scrivere nero su bianco il romanzo che gli si plasmò per intero nella sua mente. E così scrisse per se stesso, e per pochissimi selezionati amici, la storia d'amore platonica tra Maurice e Clive, e quella carnale e a lieto fine tra Maurice e il guardiacaccia Alec.
Con il suo Maurice Forster ci descrive la società borghese dell'Inghilterra dei primi del '900 e l'atteggiamento che questa ha nei confronti di chi considera immorale o di classe sociale inferiore. Una società ignorante, ottusa e spietata che condannava con il carcere l'omosessualità e diffondeva il pensiero che chiunque soffrisse della "malattia" di Oscar Wilde fosse destinato ad andare all'inferno. Maurice stesso inizialmente si vergogna dei propri desideri e cerca di reprimerli, di "curarsi" con l'ipnosi, ma quando si innamora del giovane Alec, e fantastica una vita insieme a lui, è un'altra questione a preoccuparlo: la differenza di classe fra lui, un distinto uomo d'affari della city, e il suo innamorato, un grezzo guardiacaccia.
Forse, a parte l'amore fra due uomini, fu anche l'unione di due personaggi di ceto sociale diverso e il loro lieto fine a convincere l'autore a non pubblicare il romanzo, "non prima della morte mia e dell'Inghilterra", scrisse. Ma un capolavoro come Maurice meritava di vedere la luce, così Forster dispose che venisse pubblicato dopo la sua morte, avvenuta nel 1970. Il romanzo uscì un anno dopo ed ebbe un discreto successo, tanto da ricavarne una versione cinematografica diretta da James Ivory.
«La signora Edna May non è bella soltanto, è anche attraente.» «Me non mi attrae di sicuro,» ribatté Maurice in tono indispettito. «Via, signor Hall, le pare un'osservazione galante, questa? Le guardi i capelli, sono stupendi.» «Io preferisco i capelli corti.» «Perché?» «Perché posso accarezzarli...» E Maurice si mise a piangere.
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