Già per il fatto che questa serie si possa guardare LEGALMENTE in streaming su internet, per di più senza dover aspettare settimana dopo settimana una nuova puntata, fa di Orange Is The New Black una serie fantastica. Se poi ci aggiungiamo una trama intrigante e una recitazione spettacolare, allora abbiamo trovato la serie perfetta.
Prodotta dalla Netflix, e diretta da Jenji Kohan (regista di Weeds, altra serie capolavoro), OITNB è tratto dal libro autobiografico di Piper Kerman, che nei primi anni 2000 scontò una pena di 13 mesi in un carcere femminile del Connecticut per aver trasportato dei soldi legati al narcotraffico.
La storia raccontata sul piccolo schermo è un po' diversa da quella vissuta e scritta dalla Kerman. La Kohan le ha sicuramente dato più carattere, riempiendola di conflitti, momenti tragicomici e... aggiungendo un po' di relazioni lesbo. Anzi, ad esseri sinceri ci sono un bel po' di relazioni lesbo. I personaggi omosessuali, o bisessuali, sono decisamente in maggioranza rispetto a quelli etero, tanto da chiedersi se è il destino di tutte le lesbiche finire prima o poi in prigione. Ci si augura di no.
Piper Chapman deve scontare 15 mesi nella prigione di Litchfield, nello stato di New York, per aver aiutato la sua ex ragazza, la narcotrafficante Alex Vause, a trasportare dei soldi sporchi. Il reato è stato commesso dieci anni prima di questa sentenza, quando Piper aveva appena finito gli studi. Ora, trentaduenne, Piper appartiene alla classe medio-alta, produce saponi artigianali in società con la sua migliore amica e ha come fidanzato un aspirante scrittore, Larry, il tipico bravo ragazzo, figlio di un avvocato ebreo.
Fin dalle prime ore da detenuta lo stato psicofisico di Piper verrà messo a dura prova. Oltre a procurarsi l'inimicizia di Red, cuoca e "capobranco" delle detenute bianche, ritrova in carcere la sua ex fiamma Alex, e questo riavvicinamento forzato fa vacillare il suo rapporto con Larry.
La serie, incentrata su Piper, si interessa anche delle vite delle altre detenute. Ci mostra, attraverso numerosi flashback, la loro storia prima di finire in carcere: chi erano, perché sono dentro, e chi sono ora dopo anni di detenzione. Si vengono a conoscere in questo modo le personalità più svariate di donne diverse tra loro per razza e stato sociale, che in comune hanno solo la colpa di aver infranto la legge. Tra loro troviamo una trans di colore, ex vigile del fuoco, finita dentro per truffa; una stalker ossessionata dal principe azzurro; la ragazza ricca e tossicodipendente trascurata dalla madre; una promessa dell'atletica beccata per furto; una suora attivista; ecc... Ogni personaggio cattura lo spettatore nel suo racconto personale, condividendo con lui qualche gioia, tanti dolori e un mucchio di speranze.
Infine, una menzione speciale va alla sigla, You've got time, scritta da Regina Spektor. La senti una volta, e non te la togli più dalla testa... solo a pensarci mi viene già da canticchiarla! The animals, the animals / Trapped, trapped, trapped 'till the cage is full...
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